I Maya avevano sbagliato anno per l’Apocalisse. Non era il 2012, ma il 2020.
E hanno dimenticato di specificare che la catastrofe avrebbe avuto un nome e un
cognome: Giuseppe Conte.
L’ennesimo premier non eletto da nessuno, al timone – per volontà di Mattarella, Merkel e Macron – di un governo abusivo e privo di ogni rispondenza con il voto popolare, ha prima causato, con la faciloneria della sua maggioranza, il diffondersi in Italia del contagio da Covid19 (Conte = contagio, in effetti nomen omen) e poi ha imposto tardive misure di contenimento, quando il virus era ormai pienamente diffuso nella penisola e l’Italia si avviava a diventare il secondo Paese per numero di contagi e decessi dopo la Cina.
Un bel primato, non c’è che dire. Era dalla seconda guerra mondiale che l’Italia non affrontava una crisi di questa portata, che si sarebbe potuta evitare con poche misure di buon senso.
PRECAUZIONI IGNORATE
Tutto è cominciato a fine gennaio, quando era ormai esplosa mediaticamente l’epidemia in Cina. Già allora Salvini, Meloni e i governatori del nord (di destra) chiedevano al governo di effettuare quarantene obbligatorie per chiunque provenisse dal paese asiatico.
Conte rispondeva picche.
Nello stesso tempo, il governo chiudeva ai voli dalla Cina, ma lasciava liberi i passeggeri cinesi di entrare facendo scalo da altri Paesi, causando così una falla enorme nella nostra rete di protezione.
Come se non bastasse, ci si metteva l’idiota e insopportabile retorica “antirazzista” di marca piddina e arcobalenata: dagli aperitivi “solidali”, alle cene nei ristoranti cinesi,
alle foto di Mattarella con la comunità cinese, era tutto un profluvio di buonismo ipocrita e appelli a non allarmarsi. Tutto naturalmente per non dar ragione a Salvini, secondo un modus operandi da far invidia ai bambini di scuola materna.
Poi l’arrivo dei primi casi in Italia il 21 febbraio, con il “paziente uno”, il podista di Codogno. Non conosciamo ancora il paziente zero, perché l’uomo rientrato dalla Cina e sospettato di averlo contagiato è poi risultato negativo al tampone. Ma a quel punto il virus avrebbe potuto circolare allegramente da una decina di giorni.
Da quel momento in poi, gli appelli a non allarmarsi e all’antirazzismo sono stati sostituiti da reazioni opposte: da un lato i catastrofisti che paragonavano il virus a una nuova peste, dall’altra i minimizzatori che parlavano di “semplice raffreddore”.
La verità sta nel mezzo, e in effetti il virus, sebbene con un tasso di mortalità non
elevatissimo (intorno al 3%, ma colpisce principalmente anziani già debilitati), non
è minimamente paragonabile all’influenza stagionale. Vediamo perché.
INFLUENZA STAGIONALE VS COVID19
L’influenza stagionale ha colpito l’anno scorso, in sei mesi, 8 milioni di persone.
Il Covid2019 finora 10.149 persone in 18 giorni.
L’influenza ha ucciso 198 persone senza patologie pregresse (causa primaria di morte),
mentre ne uccide 8.000 in media all’anno (fonte ISS) se sommata ad altre patologie.
La percentuale in quest’ultimo caso e di una persona su mille.
Il Covid19 ha già ucciso 631 persone, sebbene quasi tutte anziane e con altre patologie. La percentuale da noi è del 6%. In Cina è del 3%.
L’influenza stagionale ha mandato l’anno scorso in terapia intensiva 809 persone in sei mesi. Su 8 milioni di contagiati, una su 10mila.
Il Covid19, 877 in 18 giorni. L’8-9 per cento del totale.
Se I dati sono corretti, e non pompati ad arte dal governo per acuire “l’emergenza” (in Germania invece accade il contrario, perché i deceduti CON Coronavirus sono conteggiati come morti da altre malattie), il Covid19 non si può certo definire una “semplice influenza”.
Lo dimostrano i reparti di terapia intensiva intasati e le foto di dottori e infermieri stremati che arrivano dalla Lombardia.
L’esempio più lampante è il paziente uno, che solo dopo 17 giorni in terapia intensiva ha ripreso a respirare autonomamente. E parliamo di un 38enne sportivo.
E in ogni caso, se fosse veramente un’influenza esagerata dai media, non si capirebbe
perché in TUTTO IL MONDO si stanno adottando drastiche misure di contenimento.
O il virus è veramente pericoloso e i dati sono corretti, oppure tutti i Paesi del mondo sono governati da paranoici ipocondriaci.
DA DOVE E’ ARRIVATO IL CONTAGIO IN ITALIA?
E qui si pone il problema di chi abbia portato il contagio in Italia.
Come detto, il “paziente zero” è risultato poi negativo. L’Oms ha definito “un mistero”
il contagio nel Nord Italia.
A questo punto le ipotesi sono due: o il contagio è avvenuto in maniera colposa, trasmesso da qualche cinese di ritorno dal Capodanno o da qualche portatore
europeo già infettato, oppure il contagio è avvenuto in maniera dolosa, cioè qualcuno ha voluto DELIBERATAMENTE diffondere il virus nel Nord Italia.
Nel post precedente si analizzavano tutti gli indizi che portano a ritenere il Covid19 un’arma batteriologica utilizzata dagli Usa, in collaborazione con il World Economic Forum di Davos, la Bill e Melinda Gates Foundation e l’Oms (che ha tra i primi due finanziatori proprio gli Usa e la Bill Gates Foundation) per colpire la Cina, avvalendoci anche del contributo portato dal video di Eugenio Miccoli.
Adesso cerchiamo di capire perché qualcuno avrebbe potuto “voler male” all’Italia.
Per iniziare, il virus oltre alla Cina sta mettendo in ginocchio anche l’Iran, il terzo Paese più colpito per casi di contagio e di decessi.
Cina e Iran sono due dei Paesi contro cui il Deep State americano vorrebbe scatenare
una guerra mondiale, assieme alla Russia loro alleata.
E, udite udite, adesso stanno arrivando anche 30mila soldati americani senza mascherina (già vaccinati?) in territorio europeo per Defender Europe, la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni.
Se una simile esercitazione non viene rimandata causa virus, ma si tiene lo stesso,
viene da pensare che qualcuno voglia approfittare del momento favorevole per sferrare il colpo decisivo verso i suoi nemici geopolitici.
Ma dicevamo dell’Italia. Se ammettiamo l’ipotesi che possa essere stata colpita deliberatamente, e non solo per negligenza del nostro sciagurato governo, chi potrebbe averlo fatto?
La risposta è: gli stessi soggetti che hanno cercato di affossare la Cina.
E perché? Qui possiamo formulare altre due ipotesi.
La prima è che gli Usa abbiano voluto punire il governo italiano per la sua eccessiva
“vicinanza commerciale” alla Cina. E’ ben noto che l’accordo sulla Via della Seta abbia parecchio irritato Washington, che avrebbe caldamente “sconsigliato”, per usare un eufemismo, l’Italia dal procedere oltre.
Se la mettiamo così, anche Trump potrebbe aver dato il suo assenso all’operazione.
Se invece consideriamo l’altra ipotesi, il virus diffusosi “misteriosamente” proprio nel
Lombardo-Veneto leghista (e poi dilagato anche nella rossa Emilia-Romagna) potrebbe
essere letto come una sorta di punizione per il Nord Italia interamente governato dalla
Lega, per il suo antieuropeismo e la sua ostilità all’immigrazione di massa e alle politiche globaiiste, tra cui le vaccinazioni a tappeto e la distruzione della famiglia
tradizionale. La Lega è uno dei partiti che ancora si oppone ai capisaldi del globalismo
“progressista”, sebbene con qualche cedimento sul fronte Ue, ed è vista con il fumo negli occhi da Merkel, Macron, e dagli usurai di Bruxelles.
Da qui la possibile volontà di colpire l’Italia intera, che in maggioranza ormai vota a destra, facendo partire proprio il contagio dal Nord leghista.
Un bel modo per far passare i lombardi per gli untori d’Europa.
In questa ipotesi è improbabile che Trump abbia delle responsabilità, poiché il presidente Usa vorrebbe Salvini di nuovo al governo. Più facile sia stato il Deep State, vicino ai Dem americani come all’Ue.
Naturalmente qui stiamo facendo solo delle supposizioni, dal momento che non abbiamo evidenze concrete su come si sia diffuso il contagio nel Nord Italia.
C’è comunque chi ritiene che il contagio sia stato autonomo, cioè non legato a quello cinese.
In ogni caso: se il contagio è stato doloso, qualcuno ci ha voluto molto male per i probabili motivi su citati. Se il contagio invece è stato colposo, la responsabilità ricade interamente su chi, al governo, non ha vigilato per tempo.
I REATI COMMESSI DAL GOVERNO
A questo proposito, riteniamo che le aule di tribunale dovrebbero essere intasate di
denunce rivolte al premier Giuseppe Conte e al suo governo, per i seguenti reati:
1) Delitti colposi contro la salute pubblica;
L’art 452 del codice penale prevede dai 3 ai 12 anni di reclusione per chi, per “negligenza, imprudenza o imperizia” (la “colpa”), cagiona un’epidemia da cui derivi la morte di più persone. Ce n’è abbastanza per mandare in galera Conte, Speranza e chiunque non abbia vigilato a dovere quando esplodevano i contagi a Wuhan.
2) Concorso in epidemia;
La diffusione della bozza del decreto con cui il governo ha “chiuso la Lombardia” l’8 marzo, ha causato fughe di massa verso il centro-sud. Questo aumenterà esponenzialmente i contagi in quelle regioni. Così oltre al reato già visto in precedenza, Conte e il suo staff dovrebbero essere perseguiti anche per concorso in epidemia (punito con l’ergastolo, art. 438 codice penale), avendo diffuso la bozza presso la stampa ben prima che diventasse legge. Volendo bonariamente considerarla di nuovo “negligenza, prudenza o imperizia”, si applica l’art. precedente.
E’ sicuro che la fuga di notizie sia venuta dal governo, poiché la CNN ha ammesso che la regione Lombardia ha solo dato loro “conferma” di ciò che già circolava sui media, e
vari giornalisti hanno ammesso di aver ricevuto la bozza da Casalino e il suo staff.
Per tutti questi motivi, Conte, Speranza, Casalino non vanno solo “dimessi” – se necessario a calci – ma anche processati. Conte dovrebbe poi rispondere della violazione della legge 234/2012, per non essersi attenuto alle direttive del Parlamento sulla modifica del Mes e non averlo informato “tempestivamente” delle sue azioni.
Questo se avessimo una magistratura seria, e non un branco di piddini col poster di
Carola Rackete in camera.
PEGGIO DEL VIRUS CI SONO LE CONSEGUENZE DEL VIRUS
Come se non bastasse il danno sanitario, adesso dovremo fare i conti con tutti i danni
collaterali. I nuovi decreti sono da regime sudamericano: divieto di assembramenti in
luoghi pubblici, divieto di spostamenti, chiusura di ogni tipo di attività collettiva:
musei, manifestazioni sportive, eventi musicali, ecc.
In uno “stato d’eccezione” come questo, può passare ogni tipo di decreto e non sarà possibile neppure scendere in piazza a protestare, se non violando platealmente la legge.
Il danno economico e di immagine al Paese è stato e sarà devastante: tenere fermo il Nord darà il colpo di grazia all’economia nazionale, le borse sono in caduta libera, il turismo affossato, gli italiani visti come appestati dal resto del mondo.
E ovviamente non sappiamo fino a quando durerà questa “emergenza”.
Nel frattempo l’Ue, tanto per venirci incontro, ha calendarizzato l’approvazione del Mes per il 16 marzo e non sembra particolarmente interessata ad aiutarci con misure di sostegno all’economia italiana.
Il che vuol dire che, se la crisi prosegue, dopo l’approvazione della modifica del Mes l’Italia sarà costretta a richiedere i SUOI soldi al fondo salva-Stati in cambio delle
solite “condizonalità” (strozzinaggio neoliberista: privatizzazioni, tagli alla spesa,
ulteriori cessioni di sovranità, commissariamento stile Troika).
In pratica una riedizione del golpe del 2011, ma partito da un’emergenza sanitaria e non da un attacco delle banche di investimento.
C’è già chi fa il nome di Draghi come nuovo premier e curatore fallimentare.
A questo punto tutto diventa possibile, compresi meteorite e sbarco degli alieni.
Che forse sarebbero il male minore.