Guerra e pandemia, stessa strategia

Se nel 2023 non ci sarà l’invasione aliena, sarà considerato un anno noioso.
Dopo due anni di pandemia e pandemenza (che ha colpito le capacità cerebrali di capi di governo, media e popolazione civile in un trionfo di ipocondria collettiva e regole liberticide), per rilassarsi un po’ non c’era niente di meglio che una bella guerra, potenzialmente mondiale e nucleare.
Certo, non è che la Nato abbia fatto tutto il possibile per evitarla: sono decenni che la cosiddetta alleanza “difensiva” atlantica recluta Paesi dell’ex blocco sovietico e piazza basi militari a pochi km dai confini russi.
Come ben diceva Crozza in questo sketch, ne manca solo una dentro i bagni del Cremlino.
Se poi ci mettiamo i colpi di Stato fomentati dalla stessa Nato più la Cia (o “rivoluzioni colorate” che dir si voglia, in cui spesso entrano in scena quei movimenti finanziati da Soros che abbiamo imparato a conoscere), tra cui quello proprio ai danni dell’Ucraina nel 2014, il cerchio si chiude.
Per non citare le violenze perpetrate ai danni dei cittadini russofoni del Donbass, sempre dal 2014 in poi, da parte delle milizie neonaziste ucraine.
Tutto questo giustifica l'”operazione militare speciale” di Putin in Ucraina?
Se non la giustifica, certamente la rende più comprensibile. E rende anche chiare le responsabilità occidentali per quanto sta accadendo.
Per capire meglio le cause del conflitto in corso, è indispensabile visionare l’ottimo documentario “Ukraine on Fire” di Oliver Stone (qui con i sottotitoli in italiano) e seguire alcuni giornalisti che da anni raccontano le violenze perpetrate ai danni delle popolazioni russe del Donbass da parte del governo ucraino, come Giorgio Bianchi, Vittorio Rangeloni e Maurizio Vezzosi, solitamente ignorati dai grandi media.
Quegli stessi grandi media che ora, improvvisamente, si mostrano scioccati dall’azione di Putin, definendolo pazzo, nuovo Hitler, guerrafondaio, e ricoprendo di guano i russi in genere come poco prima avevano fatto con i No Vax.
L’Occhio di Sauron, in breve, ha solo cambiato bersaglio.
Così, mentre già Sua Maestà Draghi parla allegramente di razionamento delle risorse in conseguenza alle tafazziane sanzioni alla Russia (che naturalmente faranno molto più male a noi che a Putin), l’intero arco parlamentare si sbraccia per appoggiarne in maniera acefala le ultime follie, tra cui l’invio di armi agli ucraini che – questa l’intenzione dichiarata – dovrebbero favorire un accordo pacifico.
Com’è noto, gettando benzina sul fuoco questo prima o poi si spegnerà.
Non citiamo poi quello statista di Giggino dal San Paolo, che nella sua nuova veste di fine diplomatico, ha dato del “meno che un animale” al presidente russo, facendoci rischiare seriamente un’atomica su Roma da un giorno all’altro.
Ma noi italiani siamo fatti così, ci piace farci del male.
O forse, dovremmo dire che l’intera classe politica che sta appoggiando Draghi, sta appoggiando un banchiere messo lì dai soliti compagnucci di Davos a fare quello che se fare meglio: la liquidazione degli ultimi asset italiani.
E quindi il risparmio privato, le case di proprietà, le concessioni balneari, le ultime aziende di valore, la piccola e media impresa: questi bastardi ci vogliono togliere TUTTO.
Come è già stato fatto con la Grecia, ma in Italia c’è molto più da spolpare.
La pandemia e la guerra sono solo delle scuse: il vero obiettivo, come in 1984 di Orwell, è la povertà della popolazione, ipnotizzata prima da una pandemia e poi da un guerra eterne.
Ce lo ricordiamo il conflitto con l’Eurasia? I due minuti d’odio verso il “nemico comune” (i dissidenti)? L’immiserimento e il controllo della popolazione? I diritti umani rimossi?
Ecco, è quella roba lì.
Sostituite all’Ingsoc il club dei piccoli stronzetti nazistelli viziati di Davos.

Come se ne esce, è presto detto.
Se Zelensky non fosse una squallida marionetta nella mani della Nato, dovrebbe banalmente accettare le condizioni di Putin, tutte ragionevoli, per il cessate il fuoco.
Che sono: il riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk (nel martoriato Donbass russofono), il riconoscimento della Crimea russa (già annessa nel 2014), la denazificazione del Paese (con la rimozione da ruoli di responsabilità di elementi di chiara ispirazione neonazista, tra cui quelli incorporati all’esercito ucraino, come i membri del famigerato battaglione Azov), la neutralità del Paese intesa come non adesione alla Nato e all’Ue, la sua smilitarizzazione per non costituire un pericolo per il Cremlino.
Accettate queste condizioni assolutamente ragionevoli (alla luce di quanto accaduto dal 2014 in poi), la guerra finirebbe poco dopo, e Putin non si sognerebbe certo di attaccare un Paese Nato, scatenando (in quel caso colpevolmente) una guerra mondiale.
Ma poiché questo pagliaccio cocainomane, ex comico ed ex ballerino in tacchi a spillo, creato come politico dal nulla con artefici hollywoodiani, prende evidentemente ordini da Washington, è chiaro che proverà in tutti i modi a trascinare i principali stati europei in una guerra aperta contro la Russia, come ha già fatto invocando ripetutamente una No Fly Zone sul suo Paese (che significherebbe scontri sui cieli dell’Ucraina tra aerei russi e Nato, ovvero Terza Guerra Mondiale assicurata), tra gli applausi scroscianti di migliaia di idioti sventolanti bandiere della pace (!!!).
Sarebbe necessario che la diplomazia internazionale si muovesse per farlo capitolare, facendogli accettare le condizioni russe nel superiore interesse del popolo ucraino (e di quello del resto del mondo, ovviamente). Difficile pensare a un tale esito, però, quando statisti illuminati come il banchiere pazzo non eletto da nessuno, dichiarano in Parlamento che continueranno ad inviare armi all’Ucraina e che sosterranno l’ingresso di Kiev in Ue. Qualcuno spieghi a nonno Mario che, con quel che costa in questi giorni, a furia di gettare benzina sul fuoco si (e ci) rovinerà.

Possiamo solo sperare che gli altri Stati europei abbiano meno voglia di una guerra nucleare dell’inquilino abusivo di Palazzo Chigi. Se le sue condizioni saranno accettate, Putin ritirerà le truppe, e non ci saranno ulteriori attacchi ad altri Paesi, come paventato dal Metternich del San Paolo, che evidentemente considera la politica internazionale una partita a Risiko, in cui non si finisce mai di invadere altri territori.
Certo, se la Cia e la Nato la smettessero di provocare in ogni occasione l’orso russo con colpi di Stato e basi militari piazzate sotto il suo naso, forse avremmo la certezza di una pace duratura.
Ma il vero problema è che i pazzi guerrafondai stanno ad Ovest, non ad Est.
E che con Trump ancora in sella, tutto questo non sarebbe accaduto.

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Il governicchio di Vichy

Che Conte fosse l’avvocato della Merkel, lo sapevamo già dai tempi del governo gialloverde, quando cercava di prendere decisioni in campo internazionale in aperto contrasto con il mandato del Parlamento.
Quindi poco stupisce la decisione di dire sì alla riforma del Mes, assieme al suo sodale Gualtieri, quello che suona Bella Ciao mentre aiuta i nazisti di oggi ad impadronirsi del nostro Paese.
Un poco di più (ma neanche tanto) stupisce l’ennesimo degli innumerevoli tradimenti dei grillini, quelli che fino a pochi giorni fa (non mesi, giorni) strepitavano che il Mes sarebbe stato un cappio al collo, e che invece hanno ordinatamente dato l’assenso al governo di accettare la riforma.
Sono bastate poche parole magiche di Di Maio: “Se si torna al voto, io sarò rieletto, voi no”.
L’ex steward del San Paolo avrebbe potuto pure aggiungere un gnegnegne per dare forza all’argomentazione, ma tanto è bastato per convincere i grillini “ribelli”, quelli che a sentirli si sarebbero fatti fucilare piuttosto che consegnare il Paese allo straniero, a tornare nei ranghi da brave pecorelle.
Potenza del catapultare in Parlamento gente senza arte né parte: questi adesso pur di mantenere poltrona e lauto bonifico mensile, sarebbero disposti a votare pure Satana for president.

Le speranze residue di impedire la trasformazione del Mes in uno strumento ancora più nefasto, e soprattutto di impedire la sua attivazione, restano nel crollo di questo schifosissimo governo di occupazione: il centrodestra a tal proposito farebbe bene a tentare una campagna acquisti nei confronti dei grillini nostalgici del governo gialloverde e ormai in rotta col Pd e i propri vertici: visto che ormai l’ultima
preoccupazione rimasta di questi è la poltrona (con tanti saluti a tutti gli ideali iniziali), potrebbero semplicemente garantirgliene una in ambito nazionale, regionale o locale dopo la fine della legislatura, in cambio della caduta della maggioranza in Senato. Dati i numeri risicati, l’operazione non dovrebbe essere impossibile.

L’alternativa è tenerci questo governicchio di Vichy fino al 2023, e non è un’opzione
desiderabile vista la quantità di danni fatta da questi criminali in poco più di un anno:
oltre a consegnarci nelle mani dei tedeschi col Mes, questi stanno distruggendo la piccola e media impresa con la scusa del Covid, stanno fornendo tutti i nostri dati a Big Data (a cosa pensate servano le mancette/elemosine che ogni tanto vi elargiscono, rigorosamente attraverso App e portali? Ah, in questo modo forniscono a tutti voi anche la famosa “identità digitale” (SPID) di ID2020. Pigliatevelo il supercashback, va’…) e ci stanno per consegnare a Big Pharma con il programma di vaccinazione di massa a Rna, un vaccino che andrà a modificare la genetica di chi lo farà e che non è stato adeguatamente testato.
Diciamo che gli italiani faranno da cavie esattamente com’è stato per i loro bambini per decisione di quella pazza indemoniata della Lorenzin e come deciso nel Global Health Security Agenda del 2014.

Qualche giorno fa il nostro Petain, nell’ultima conferenza stampa, ci ha rivelato che il
vaccino anti-Covid “non sarà obbligatorio finché ce lo consentirà la curva del contagio“.
Tradotto in italiano, una volta fatti più tamponi, e raddoppiati i contagi, questi
parleranno di terza, quarta, quinta ondata e diranno che è necessario procedere – molto a malincuore – con l’obbigatorietà. Incolpando naturalmente i poveri cittadini che hanno “osato” farsi una passeggiata in centro o un po’ di shopping natalizio.
E’ chiaro che se non si vuole finire vaccinati a forza da questi nazisti bisogna capire in fretta che il Covid non è il terribile spauracchio che ci vendono per portare avanti l’agenda di Gates, Rockefeller e del forum di Davos, ma un virusetto influenzale che dà oltre il 90% di positivi asintomatici, che stanno bene e non sono contagiosi, e con una mortalità ridicola rispetto al numero dei positivi.
Se non si capisce che il numero dei morti e dei contagiati è pompato ad arte, come spiegato nell’articolo precedente, proprio per tenere viva l’emergenza e questa agenda globale, si finirà per accettare ogni privazione di libertà e ogni sfregio a Costituzione e diritti nel nome di una “epidemia” che non è più un problema da un pezzo.

UN GOVERNO DI COLLABORAZIONISTI

Visto che questi pazzi scatenati, tra governo e media complici, hanno sdoganato l’orrendo termine “negazionisti” per tutti coloro che sollevano dubbi sulla propaganda Covid, proponiamo anche noi un simpatico termine per tutti loro: collaborazionisti. E precisamente, collaborazionisti della Germania (che è lo Stato dominante in Ue e che più di tutti preme per farci attivare il Mes e altri trattati-capestro), di Big Pharma e di quei squali della finanza – pardon, “filantropi” – come i Gates, i Rockefeller e i Soros, la cui agenda globale Conte e gli altri burattini stanno portando avanti con dedizione.
Bisogna riportare tutto alla sua giusta dimensione: dato che chiunque voglia un’Italia forte e indipendente viene stupidamente tacciato di fascismo, è corretto definire chiunque la voglia subalterna a interessi stranieri e sovranazionali come collaborazionista e traditore.
E, specie per chi ricopre incarichi istituzionali, questo è un reato penale.

E’ solo il caso di ricordare che l’ultima volta che in Italia è stato imposto il coprifuoco (una misura che non ha veramente alcun senso durante una pandemia: chi si dovrebbe assembrare alle 2 di notte se locali come pub e discoteche sono chiusi?) è stato proprio durante l’occupazione nazista del Nord Italia, oltre che dal governo Badoglio. I tedeschi in particolare avevano proibito ogni forma di assembramento per poter controllare meglio la popolazione e si poteva circolare nelle ore notturne solo con particolari permessi (autocertificazioni?). Chi ne era sprovvisto, veniva pesantemente sanzionato.
Tanto per rendere chiaro a tutti che il Conte Bis è solo un governo di occupazione, o governo fantoccio, che usa lo spauracchio del Covid19 per procedere alla devastazione economica del Paese e all’agenda globale di vaccinazione di massa con registrazione digitale dei dati della popolazione (ID2020) programmata da anni dai super-ricchi del globo. Un progetto criminale in cui gli italiani (i cristiani per eccellenza, e qui si rivela la fede satanica dell’oligarchia che muove i fili di tutto questo) sono le vittime sacrificali.
Non illudetevi: NON andrà tutto bene se la gente non inizierà ad aprire gli occhi e a reagire.

Votare NO al referendum e centrodestra alle regionali. Per spedire a casa il governo più abusivo della storia patria

Dato che votare negli ultimi tempi è diventato un lusso, perlomeno facciamolo bene.
Il 20 e 21 settembre non bisogna lasciarsi sfuggire un’occasione unica per mostrare
a Conte, M5S, Pd e renziani il nostro ammmore nei loro confronti, e quanto abbiamo gradito, nell’ordine:

1) L’aver stravolto il voto del 4 marzo 2018, sostituendo al governo giallo-verde, il migliore dei governi possibili, l’obbrobrio giallo-rosso, mai legittimato dal voto popolare.
Se il primo esecutivo teneva piena fede alla volontà dei cittadini, bloccando l’immigrazione di massa, garantendo maggiore sicurezza, adottando una linea più dura verso la Ue e adottando misure sociali, il Conte bis andava a fare l’esatto contrario, riportando in auge il business dell’immigrazione e gli sbarchi selvaggi, scarcerando boss mafiosi, azzerbinandosi completamente all’Ue e distruggendo la piccola e media impresa con le assurde misure di “contenimento” del Covid;

2) L’aver sequestrato in casa 60 milioni di italiani per mesi con la scusa del Covid,
l’averli perseguitati con elicotteri e droni pure per delle passeggiate solitarie o delle grigliate familiari, l’averli ammazzati vietando le autopsie e non prendendo misure preventive agli inizi della pandemia, l’averli privati del lavoro e di fonti di reddito decenti durante il lockdown, l’aver insistito con misure distruggi-economia in seguito (pensiamo al turismo bloccato da Paesi come Usa, Russia e Cina);

3) L’aver votato per il rinvio a giudizio di Salvini, una vigliaccata giustificata solo
con la volontà di sbarazzarsi dell’avversario politico, dopo aver deciso assieme a lui (almeno il M5S) lo stop alle Ong e all’immigrazione selvaggia ai tempi del governo giallo-verde.

Per non parlare dei mille diritti costituzionali calpestati in questi mesi: dalla libertà
personale di movimento e di circolazione, al diritto di riunione, fino al diritto di esercitare il proprio culto religioso, tutto in nome di un virus farlocco la cui pericolosità è stata vergognosamente pompata per portare avanti un’agenda di controllo globale sulla popolazione e imporre a tutti un inutile vaccino.

Per tutti questi motivi, il 20-21 settembre c’è solo una cosa che l’italiano che abbia ancora un minimo di raziocinio deve fare: votare NO al referendum costituzionale, una
riforma già bocciata nel 2016 ai tempi di Renzi (e non si vede perché la si debba
accettare oggi solo perché a sbolognarcela sono i 5 Stelle: è la stessa merda autoritaria
che volevano Licio Gelli della P2 e la banca d’affari JpMorgan), e votare centrodestra in tutte le regioni.
Questo per dare un fortissimo segnale di sfiducia al governo (che ne potrebbe anche
causare la caduta), rigettare una riforma costituzionale che avrebbe l’unica funzione
di ridurre la rappresentanza senza procurare un apprezzabile risparmio sui conti pubblici (rendendo molto più facile per pochi capi partito e relativi burattinai sovranazionali controllare il Parlamento), e per mostrare solidarietà a Salvini,
attaccato per via politico-giudiziaria per aver fatto quello che gli hanno chiesto gli
italiani.

Conte e i suoi complici devono andare a casa ed essere processati per i loro tanti crimini.
Dopodiché, bisognerà chiedere a gran voce nuove elezioni, e un governo REALMENTE
rappresentativo della volontà popolare.

 

 

P.s. In questo articolo dell’avvocato Giuseppe Palma una sintesi dei motivi per i quali bisogna votare NO al taglio dei parlamentari.
Ogni punto è analizzato nei video sul suo profilo Fb.

P.p.s. Palma è in buona compagnia. Ben 264 costituzionalisti, in un documento comune,
si sono schierati per il NO. Qui il testo aggiornato con le nuove firme.

 

M5S: il vaccino anti-Covid deve essere obbligatorio. I fedeli schiavetti di Rockefeller e Gates

C’è ancora qualcuno che crede nel Mò Vi Mento 5 Stelle?
E’ bene che si svegli. E di corsa.
Su questo blog abbiamo denunciato per anni le incredibili giravolte di Di Maio e soci, passati da “Euro e Ue cattivi” a Euro e Ue intoccabili, da “stop Ong e immigrazione di massa” a via libera agli sbarchi, da “mai col Pd” a zerbini del Pd, e dalla democrazia diretta e le dirette streaming al governo di uno solo, per giunta per Dpcm e esautorando il Parlamento. E vedremo presto come finirà col Mes, che avevano promesso di cancellare.

La tifoseria grillina si è sempre distinta per essere impermeabile a qualunque giravolta dei propri beniamini, secondo l’orwelliana tecnica del bipensiero, che in “1984” permetteva al Grande Fratello di cambiare la realtà da un giorno all’altro, riscrivendo la storia, e ciascuno era tenuto ad adeguarsi. Sempre da 1984 sono mutuati i famosi Due minuti d’Odio: non importa quanto il partito impoverisca e privi delle libertà i suoi sudditi, è sufficiente incolpare l’Emmanuel Goldstein di turno (Salvini e Meloni) e la base inveirà contro di loro.

Ma ora siamo al redde rationem. Nei post precedenti ci siamo concentrati sui piani e le “previsioni” di Gates e Rockefeller per quanto riguarda la pandemia e le sue conseguenze. Abbiamo visto come gli scenari che sono in atto erano già stati “profetizzati” 10 anni fa. Abbiamo visto pure quali sono gli obiettivi di questo stato di cose: governi più autoritari, sorveglianza tecnologica sulla popolazione, crisi economica, accentramento della ricchezza e del potere in poche mani, Nuovo ordine mondiale, vaccinazioni con ID digitali (microchip o altre forme di marchio hi-tech sotto pelle) incorporate.
Ed è su questo ultimo punto che ora ci soffermiamo.

Due giorni fa, Luigi Di Maio ha candidamente rilanciato la necessità di una “Grande alleanza internazionale per il vaccino” anti-Covid, frase che ci ricorda in modo sinistro il Patto trasversale per la Scienza di Burioni, solo più global.
Non solo: ha anche aggiunto che, “come ha detto l’Oms (notoriamente finanziata principalmente da Bill Gates, nota nostra), potremo tornare alla totale normalità solo quando arriverà un vaccino”.
E ieri il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, sempre 5 Stelle, ha affermato che “il vaccino contro il Covid dovrà essere obbligatorio”.
Due dichiarazioni inequivocabili a favore del vaccino e della sua obbligatorietà, nonostante gli stessi scienziati siano divisi sulla sua reale utilità (vedi il parere del virologo e candidato Nobel Giulio Tarro).

Questa insistenza con la vaccinazione universale è estremamente sospetta, alla luce di quanto si è già detto sul progetto ID2020, che vede Rockefeller e Gates uniti nel voler utilizzare la vaccinazione come sistema per tracciare la popolazione, attraverso il microchip o il Tatuaggio a punti quantici, un sistema tecnologico di marchiatura che permetterebbe di leggere le vaccinazioni sotto pelle “con uno smartphone”. Per i più credenti, il marchio della Bestia. Per noi, un modo ultrainvasivo per schedare la popolazione e controllarla fin nel proprio organismo.

Che i 5 Stelle si prestino a questo incubo orwelliano non deve destare stupore.
Il Movimento, fin dagli albori, ha dimostrato un certo legame con i Rockefeller e l’industria farmaceutica, che andiamo a ripercorrere.

IL COFONDATORE SASSOON
Il Movimento è nato dai Meetup, siti web della omonima compagnia americana, che permetteva a chiunque, pagando, di diventare Organizer (amministratore) del proprio gruppo.
Tutto passava dal web, quindi tutto era tracciabile dagli Usa.
Chi scrive ha frequentato i Meetup e i forum pubblici durante la genesi del Movimento, e può affermare che i temi che venivano maggiormente censurati erano proprio quelli legati alla moneta (signoraggio, creazione dal nulla da parte delle banche centrali) e all’industria farmaceutica (ad esempio le cure alternative contro il cancro).
A quel tempo (prima del 2009) era già nato il sodalizio di Grillo con la Casaleggio Associati, un’azienda cofondata da Gianroberto Casaleggio e altri soci, tra cui Enrico Sassoon. Sassoon, come ampiamente noto, era membro di peso della Camera di commercio americana in Italia, una super-lobby dedita a curare gli interessi delle aziende a stelle e strisce nel nostro Paese, e dell’Aspen Institute, un think tank finanziato da Rockefeller, Ford e Gates.
Insomma, un uomo estremamente ammanicato con i “poteri forti” che i grillini dicono di combattere.
Sassoon si dimetterà dal Cda della Casaleggio poco dopo la nascita del Movimento, proprio per i crescenti interrogativi sul suo “peso” nelle decisioni aziendali. Ma non si può escludere che abbia mantenuto un’influenza anche in seguito.

IL PRANZO DI DI MAIO CON LA TRILATERALE
Dopo la nascita del Movimento, le strade di M5S e Rockefeller si sono platealmente incrociate di nuovo nel 2016, quando Luigi Di Maio partecipò a un famoso pranzo con l’Ispi, un gruppo composto in maggioranza da membri della Commissione Trilaterale italiana. La Trilaterale è un’altra creatura dei Rockefeller. Al pranzo era presente anche il “nemico” Mario Monti.
Non solo: nel 2019 Stefano Feltri, vicedirettore del Fatto Quotidiano, ha partecipato a una riunione del Gruppo Bilderberg, sempre creazione dei Rockefeller. Che il giornale più vicino ai grillini vada a braccetto con i famosi “poteri forti” avrebbe dovuto perlomeno sollevare qualche perplessità nella tifoseria. Invece no. In Travaglio we trust.

COLAO MERAVIGLIAO, DAL BILDERBERG CON FURORE
E’ storia recente, invece, la nomina di Vittorio Colao a “commissario per la ricostruzione”, la famosa Fase 2.
A parte che una simile figura dovrebbe avere perlomeno il benestare del Parlamento, ci si chiede come mai Conte e Mattarella abbiano deciso di dare poteri straordinari (di cui non sappiamo ancora tutti i dettagli) ad un partecipante del Bilderberg 2018, con nel curriculum rapporti professionali con – udite udite – Bill Gates.
E quindi ritorna prepotentemente sulla scena quell’intreccio tra Rockefeller e Gates di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti. Ai grillini sta bene che Conte e Colao mettano l’Italia in mano ai poteri fortissimi?

IL PROBLEMA VACCINI
E così torniamo al punto iniziale. Dopo questo excursus di rapporti opachi con i Rockefeller e i loro amici, il M5S ci viene a dire che “il vaccino anti-Covid deve essere obbligatorio” e che “occorre un’alleanza internazionale per il vaccino”.
Evidentemente l’alleanza di cui parla Di Maio è quella con Rockefeller e Bill Gates, alla sua sinistra e sorridente in questa foto. Il progetto ID2020, nato nel 2015 (quindi 4 anni prima della pandemia) prevede proprio la vaccinazione come cavallo di Troia per la marchiatura fisica e il controllo di massa digitale.
Bill Gates ne parla come di Certificati vaccinali, o “Vaccino digitale universale“.
Alcuni si spingono ad affermare che la sigla Covid19 stia per Certificate Of Vaccination ID 19.
Ricordiamo che, se il M5S ha preso il 32% alle scorse elezioni, è stato anche grazie alla campagna free-vax di Di Maio e Giulia Grillo, che si erano impegnati ad abrogare l’orribile legge Lorenzin. Un’altra promessa clamorosamente disattesa. Da Free-Vax a nazisti vaccinali.

CONCLUSIONI

Sarebbe bello continuare a pensare che il M5S sia un movimento “antisistema”, “onesto”, “contro la casta” eccetera, ma non è così.
Il M5S è nato su impulso del Deep State americano, i peggiori industriali, banchieri e “filantropi” (multimiliardari), per mettere l’Italia nelle loro mani e per contrastare lo strapotere mediatico di Silvio Berlusconi (da qui l’uso massiccio del Web) e le altre destre nazionaliste (ora Salvini e Meloni).
I suoi creatori hanno utilizzato un comico fatto fuori dalla politica (e ora anche tenuto in scacco dalla magistratura rossa), un’azienda da loro infiltrata e il richiamo a valori di base come “onestà” e “trasparenza” per attirare a sé le masse, promettendo tutto e il suo contrario. Una volta al governo, hanno prima contrastato Salvini fino a fargli perdere la pazienza e far cadere il governo gialloverde, e poi hanno riportato al potere il PD, partito che ha come referenti lo stesso Deep State americano.
E cioè Rockefeller, Gates, Soros. Cui va aggiunta l’Ue francotedesca.

Il M5S non è stato creato per ripulire la politica italiana, ma per portare il paese sotto il controllo di questi poteri sovranazionali. Lo vediamo anche dai ripetuti tentativi di Conte di azionare il Mes (intero o “light”) , nonostante gli allarmi dell’opposizione e i molti malumori nella base. E lo vediamo dalla messa in atto di un golpe in stile sudamericano, con la cancellazione di ogni diritto previsto dalla Costituzione, e nessuno tra i grillini che trovi niente da ridire.

Occorre svegliarsi subito prima che sia troppo tardi, e pretendere IMMEDIATAMENTE il ripristino di diritti, libertà e democrazia, la cacciata di Conte, la fine di questo governo abusivo e nuove elezioni, virus o non virus. Siano gli italiani, finalmente, a decidere chi deve governare il Paese, e non entità sovranazionali cui anche il presidente della Repubblica si è inginocchiato in passato.
E soprattutto occorre ribadire la LIBERTA’ DI SCELTA in ambito terapeutico: nessuno può essere costretto ad un trattamento sanitario obbligatorio come il vaccino, neanche in questa fase di “emergenza”, come previsto dalla Costituzione e da numerosi trattati internazionali. Il Covid non è l’Ebola.
E la LIBERTA’ è sacra e inviolabile.

 

Aggiornamento del 26 aprile 2020

In un post FB del 24 aprile, Luigi Di Maio ha parlato di “nuova normalità” riferendosi al mondo dopo il Covid19. E’ esattamente la stessa espressione usata dalle oligarchie globaliste: “The New Normal“, o la nuova normalità, è quella che vogliono imporre, e cioè una società con pochi padroni universali e una moltitudine di schiavi marchiati, impoveriti e sorvegliati.
Precisamente “L’Egitto” di cui parlava Giuseppe Conte, quando si pensava avesse fatto una gaffe in conferenza stampa, definendo la Pasqua “Il passaggio dalla schiavitù all’Egitto“.
Abbandonate in massa questi traditori venduti e pretendete l’immediato ritorno alla VERA normalità, cioè quella pre-pandemia.

Togliere il voto agli anziani e darlo ai sedicenni. Taglio della rappresentanza. Tasse e immigrati come se piovesse. Il governo degli usurpatori ha già fatto abbastanza danni. A casa quanto prima

Che questo governo di golpisti traditori avrebbe fatto danni incalcolabili al Paese, era ampiamente prevedibile. Ma che inanellassero così tante bestialità in un mese scarso di legislatura, non poteva essere previsto neppure dagli analisti (o maghi) più lungimiranti.

Prima di tutto, la questione del taglio dei parlamentari.
Una riforma inutile, che farà risparmiare due spicci in cambio di una drastica riduzione della rappresentanza, come ben spiegato in questo articolo di Becchi e Palma.
Dispiace che partiti come la Lega o Fratelli d’Italia si siano accodati a questa riforma piduista del M5S (tagliare i parlamentari era uno degli obiettivi di Licio Gelli) solo per non essere accusati di voler “salvare le poltrone”.
In realtà, se tagliare alcuni privilegi e benefit dei parlamentari può essere una mossa benemerita, tagliarne il numero significa sconvolgere l’equilibrio disegnato dai padri costituenti e ridurre la rappresentatività di ognuno di essi. Inoltre, in questo modo i pochi deputati e senatori rimasti saranno più facilmente “controllabili” da coloro che muovono i fili dei partiti di massa, visibili o no. Non è quindi una riforma che faccia bene alla democrazia, ed è necessario che qualche partito o qualche comitato civico chieda il referendum confermativo come fu per quella di Renzi del 2016.
E’ giusto che gli italiani si possano esprimere nuovamente in merito.

Poi ci sono le deliranti proposte in materia di diritto di voto: prima Enrico Letta ha proposto la sua estensione ai sedicenni (che notoriamente sanno quasi nulla delle questioni portanti di una nazione, come il diritto, l’economia e la politica estera, però sono molto suggestionabili dalle “mode” calate dall’alto), incassando l’appoggio di Di Maio e Zingaretti, poi, come se non bastasse, Grillo ha suggerito l’abolizione del diritto di voto per gli anziani.
Proposte che non si sa se avranno un seguito, ma intanto hanno aperto un dibattito che non era neppure il caso di aprire, per la loro assurdità.

Infine ci sono il capitolo tasse e quello immigrazione: nella nuova manovra sono previsti 8 miliardi di nuove tasse, e gli sbarchi sono ripresi a pieno regime, con il ministro dell’Interno Lamorgese pateticamente impegnata a chiedere all’Ue un aiuto che non arriverà mai.

In questo scenario desolante si colloca il voto in Umbria, primo test per il Governo del Tradimento M5S-Pd.
Quelli che dicevano “Mai col partito di Bibbiano” e “Non facciamo alleanze con nessuno” in questo giorni stanno facendo campagna elettorale fianco a fianco fisicamente con Zingaretti e Speranza e idealmente con Renzi e Boschi, che hanno il potere di far cadere il governo in ogni momento.
Questo dopo aver sabotato in ogni modo il governo gialloverde, perfettamente rappresentativo della volontà popolare, e aver formato un governo benedetto solo da Mattarella, Napolitano, Monti, Merkel e Macron.
Conte ha persino umiliato gli umbri dicendo che il loro voto conta come quello della “provincia di Lecce”.

Meritano una severa lezione, e ci auguriamo la ricevano già questa domenica.
Il governo degli usurpatori golpisti deve andare a casa il prima possibile, e permettere agli italiani di tornare al voto senza ulteriori giochi di palazzo.
Hanno già fatto abbastanza danni.

Il golpe si è compiuto. Uccisa la democrazia in Italia da un MoViMento di imbroglioni e traditori

Alla fine ci sono riusciti.
Ciò di cui da mesi si vociferava, cioè un accordo tra M5S e Pd per un ribaltone di governo benedetto da Mattarella, si è definitivamente concretizzato pochi giorni fa, dopo la votazione su Rousseau e la nascita del Conte Bis.
Un esecutivo maledetto già nella culla per il suo totale scollegamento con il volere dei cittadini italiani: se il 4 marzo 2018 gli elettori avevano premiato i partiti più “anti-sistema” (o percepiti come tali) e punito severamente il Pd, grazie al nuovo governo giallorosso rientrano dalla finestra i Dem cacciati dalla porta, con un’operazione tanto vergognosa e antidemocratica che non si può che parlare di golpe bianco.

Le elezioni dello scorso anno avevano infatti certificato una evidente disaffezione degli italiani verso le politiche europeiste, globaliste, immigrazioniste e Lgbt-friendly del centrosinistra renziano, consegnando il 37% delle preferenze al centrodestra a trazione leghista e il 32% a un M5S che contro quelle politiche si era mostrato sempre critico, se si esclude la vicinanza alle “famiglie arcobaleno” delle amministrazioni 5 Stelle. Rimaneva ben distanziato il centrosinistra col 22%.

Era chiaro a tutti che la nuova maggioranza avrebbe dovuto essere a prevalenza di destra, con qualche stampella centrista (il M5S o il gruppo misto).
Invece, prima Mattarella impediva a Salvini di cercarsi una maggioranza autonoma in Parlamento (per quanto ciò fosse indubbiamente difficile) e in seguito il Movimento, dopo il rifiuto di Renzi ad ogni accordo (il che certifica che l’inciucio era già pronto l’anno scorso da parte del M5S), costringeva la Lega a disfarsi degli altri 2 partiti della coalizione uscita vittoriosa dalle urne, per poter redigere il contratto di governo.
In questo modo il nuovo esecutivo, da essere di centrodestra + M5S diventava un M5S + Lega. Già questo andava a ledere la rappresentanza democratica, lasciando un 20% degli elettori di centrodestra fuori dalla maggioranza di governo.
Ma questo poteva andare bene finché la Lega avesse portato le politiche della coalizione all’interno dell’azione del nuovo esecutivo.

 Successivamente iniziava da parte del M5S il sabotaggio alle politiche leghiste, con i ministri Trenta (Marina militare), Tria (Guardia di finanza) e Toninelli (Guardia costiera) che spesso agivano in modo platealmente contrario alla linea dura di Salvini sull’immigrazione.
Le tensioni si sono esacerbate dopo il voto alla Von der Leyen, sostenuta dal M5S e non dalla Lega, e dopo i continui niet di Tria e Conte ai minibot e a politiche economiche contrarie ai diktat europei, oltre che all’opposizione dei grillini alla Tav.

La mossa di Salvini di staccare la spina è stata evidentemente stupida e ingenua: era chiaro che Mattarella, da sempre a lui ostile, non avrebbe permesso il ritorno alle urne in presenza di un’altra maggioranza, ed era evidente l’intenzione dei grillini di rompere con la Lega flirtando col Pd.
A questo va aggiunta la presenza di Matteo Renzi e di Stefano Feltri (vicedirettore del Fatto) al Bilderberg 2019, segno di un incessante lavorio delle oligarchie euro-atlantiche per favorire il ribaltone.

La mossa di Salvini è stata disastrosa anche per le varie indagini che pendono sul suo capo grazie al solerte interessamento delle procure “rosse”: il pm Patronaggio di Agrigento, quello del caso Diciotti, non vede l’ora di mettere le mani su un leader leghista privo di scudi (maggioranza) in Senato. E che Salvini abbia agito per tutelare l’interesse nazionale e il mandato elettorale ricevuto, a questa gente fregherà poco.
Inoltre la nuova maggioranza ci metterà poco a partorire una nuova legge elettorale anti-Salvinellum, interamente proporzionale, che impedisca al centrodestra di governare salvo il raggiungimento del 51% delle preferenze.
Per non parlare dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica nel 2022, per cui già si fa il nome di Prodi. 

Insomma: Salvini ha compiuto un disastro di ingenuità staccando la spina al governo gialloverde, decisione che influenzerà pesantemente la vita del Paese per gli anni a venire, mentre i 5 Stelle sono stati delle pure carogne nel riportare al potere il partito di Bibbiano, Banca Etruria, Mps, Mafia Capitale e scandalo Csm, del business dell’accoglienza, del tifo per la psicopatica speronatrice Carola Rackete, dei deliri pro-Lgbt, della sudditanza a Ue, Euro, asse franco-tedesco e austerità ammazzapopoli. E tutto questo per la paura di tornare al voto, che avrebbe senz’altro consegnato il governo al centrodestra (in costante crescita nei sondaggi dal 2018 in poi) e il M5S all’oblio.
Viene assolto così, e nel modo più plateale possibile, il vero compito dei 5 Stelle: prendere i voti di milioni di cittadini infuriati e riportarli ordinatamente ai partiti dell’establishment europeista e globalista. 

Adesso, la ferita inferta alla democrazia dalla nascita del Conte Bis sarà difficile da rimarginare, e si lega in modo stretto al tentativo in Gran Bretagna di impedire in tutti i modi una Brexit no deal, cioè senza alcun accordo, da parte di Boris Johnson. È sempre più evidente come la sopravvivenza dell’Ue sia incompatibile con le regole basilari della democrazia rappresentativa: o muore l’una, o muore l’altra.
È sicuramente preferibile che a saltare in aria sia la prima, mostro tirannico diretto da banchieri, Germania e Francia, ma finché la classe politica italiana ed europea sarà popolata da maggiordomi, imbroglioni, traditori e servi sciocchi, sarà la seconda a dover cedere il passo. E non è una buona notizia per nessuno.

Il M5S eviti il suicidio di un governo col Pd

Pare che la tendenza di questo mese di agosto, in ambito politico, sia stata l’autolesionismo compulsivo.
Dopo la folle apertura della crisi di governo da parte di Salvini, gesto che potrebbe costargli 4 anni di opposizione e grosse grane giudiziarie (gesto di cui sembra comunque essersi pentito), adesso è il turno dei 5 Stelle, che stanno seriamente ragionando di formare un nuovo governo col Pd.

E’ francamente impossibile che il partito dell'”onestà” e della “trasparenza” possa andare d’accordo con il partito di Bibbiano, di Mafia Capitale, di Banca Etruria, dello scandalo Csm, del business dell’accoglienza, del sostegno alle Carola Rackete e alle Ong negriere, del nazismo vaccinale, dei deliri Lgbt, della sudditanza verso l’Ue, l’Euro, l’asse francotedesco, il pareggio di bilancio e i trattati di libero scambio neoliberisti.
E’ vero che il M5S ci ha abituati alle giravolte più incredibili, ma da qui a riportare al potere il partito più odiato dagli italiani, e sempre sconfitto alle urne negli ultimi anni, ce ne passa.

Non è un caso se numerosi big tra i 5 Stelle siano scettici verso l’accordo, e se l’intera base sia in rivolta sui social (tanto che non si sa neppure se l’eventuale accordo sarà votato su Rousseau, alla faccia della “democrazia diretta”). L’idea di ritrovarsi il Pd al governo fa accapponare la pelle a chiunque abbia un po’ di sale in zucca e non militi in quella parte politica.
Per cui torniamo a chiederci: vale la pena che il M5S si suicidi definitivamente proseguendo la trattativa con i Dem?
Per quanto ci riguarda, la soluzione migliore sarebbe una riedizione del governo gialloverde, con Di Maio premier e senza Tria, Trenta, la Grillo e Moavero.
In alternativa, un ritorno alle urne in autunno.

Ma non è accettabile che il Pd, defenestrato dagli italiani il 4 marzo 2018, ritorni al potere proprio grazie agli “anti-sistema” del M5S.
Ricordiamo che alle ultime politiche il centrodestra ha preso il 37%, il M5S il 32%, il centrosinistra il 22%.  E attualmente i sondaggi danno un gradimento verso il centrodestra che supera il 50%, con la Lega che da sola tocca il 37%.
In assenza di nuove elezioni, quindi, l’unico governo rispettoso della volontà popolare è un governo centrodestra (o sue parti)/M5S.
Qualunque altra soluzione sarebbe un golpe ai danni del popolo italiano, un esecutivo privo di reale corrispondenza con la volontà del Paese.
Il M5S non si macchi di un simile crimine, per il proprio bene e per quello dell’Italia.

 

P.s. L’opinione in merito di Gianroberto Casaleggio?
Se il M5S facesse un governo col Pd, io uscirei dal movimento“.

P.p.s. Negli ultimi giorni l’inciucio giallorosso ha ricevuto l’endorsement di MerkelJuncker, Oettinger e Moscovici. Fatevi una domanda e datevi una risposta.

Salvini è impazzito? Ritiri immediatamente la sfiducia e si continui col governo gialloverde

Ad agosto fa molto caldo e i colpi di sole sono frequenti. Ma quello che ha colpito Matteo Salvini al Papeete Beach deve essere stato particolarmente forte.
Annunciare la fine del governo gialloverde l’8 agosto, e la sfiducia al premier Conte, rischia di diventare la stronzata politica più grande nella storia della Repubblica.

In primis, perché il M5S da tempo flirtava con Pd e Ue, quindi era evidente che, in caso di crisi, avrebbe cercato di formare un nuovo governo col centrosinistra piuttosto che tornare alle urne e dimezzare la truppa parlamentare (senza contare la possibile non rielezione di molti deputati e senatori in virtù della regola dei due mandati).
“In secundis”, perché Mattarella non ha nessuna intenzione di far tornare il Paese alle urne, sapendo che ci sarebbe una secca affermazione della destra nazionalista, populista e anti europeista, e quindi il consenso sbandierato dai sondaggi per la Lega resterebbe puramente teorico.

Poi ci sono retroscena ancora più inquietanti: se si formasse un governo M5S-Pd benedetto da Mattarella, da Soros e dalla Ue, Salvini si troverebbe scoperto dal punto di vista giudiziario, poiché i magistrati rossi “alla Patronaggio” lo potrebbero rinviare a giudizio e non ci sarebbe più una maggioranza parlamentare a metterlo al riparo.
Insomma, il leader leghista rischierebbe non solo 4 anni di opposizione pur avendo un consenso attorno al 37%, ma potrebbe finire nelle grinfie della magistratura più politicizzata e pronta a tutto per fargli la pelle.

Ma come è possibile che Salvini abbia deciso una mossa così azzardata, pur non avendo alcuna garanzia da parte di Mattarella di tornare al voto (semmai il contrario)?
Una possibile spiegazione è che il leader leghista fosse convinto che Renzi si sarebbe nuovamente opposto all’accordo col M5S. Ma dopo l’ospitata di quest’ultimo al Bilderberg 2019 assieme a Stefano Feltri (vicedirettore del Fatto), era evidente che le oligarchie globaliste stessero tramando per fare il matrimonio “giallo-rosso”.
Altra possibile spiegazione è che Trump abbia dato mandato a Salvini di rompere l’alleanza con i pentastellati, considerati nocivi verso gli interessi della sua amministrazione. Due giorni prima della rottura, infatti, Steve Bannon aveva rilasciato un’intervista ritenendo “conclusa” l’esperienza del governo gialloverde.
Eppure ci chiediamo: quanto potere ha Trump nel condizionare le scelte di Mattarella e portare il Paese a nuove elezioni? Per chi scrive, è molto più probabile che Mattarella segua, come ha fatto fino adesso, i dettami dell’asse franco-tedesco e della Bce. E quindi che benedica un inciucio M5S-Pd piuttosto che l’ascesa di un governo integralmente di destra (Lega-FdI).

Considerato tutto questo, la teoria del colpo di sole al Papeete resta la spiegazione più plausibile per la mossa di Salvini. Cui ora non resta che fare tutto il possibile per ricucire, magari chiedendo solo un rimpasto (via Tria, Trenta, Grillo, Moavero) in cambio della prosecuzione dell’esperienza gialloverde.
Resta da capire se il M5S sarà disposto ad accettare: riportare al potere il Pd, sempre sconfitto alle ultime elezioni, significherebbe la fine definitiva del movimento, che pure aveva retto ai tanti tradimenti dei suoi esponenti (uscita da Euro e Ue, stop al vaccinazismo, chiudere o mettere insicurezza l’Ilva, no Tap, abrogazione di pareggio di bilancio, Fiscal compact e Ceta… tutto dimenticato), mentre la prosecuzione del cammino con la Lega potrebbe essere molto più difficile dopo il caos degli ultimi giorni.

Per il bene del Paese, ci auguriamo che lo strappo venga ricucito in extremis: un governo M5S-Pd non conviene alla Lega, non conviene al M5S, non conviene all’Italia, che si troverebbe nello scenario politico peggiore: una maggioranza fasulla (sconfitta nelle urne e non rappresentativa del Paese reale) europeista, immigrazionista, vaccinazista, vicina a tutti i poteri forti, prona ai diktat di Bruxelles, pro fanatismo Lgbt.
E che andrebbe ad eleggere un nuovo presidente della Repubblica sostanzialmente piddino nel 2022.
Dio ci scampi da una simile sciagura.

Via i collaborazionisti di Ue e poteri sovranazionali dal governo

In un articolo precedente scrivevamo che nel cosiddetto Governo del Cambiamento ci sono tre corpi estranei: la Grillo, Moavero Milanesi e Tria.
Dopo il voto delle Europee, che ha sancito il trionfo assoluto della Lega e della sua linea dura verso l’Ue e verso l’immigrazione selvaggia, ci si attende che qualcosa cambi in fretta negli equilibri di governo. 

È evidente che i ministri troppo legati all’establishment devono cedere il posto a quelli più sovranisti, e qui ci riferiamo a Moavero e Tria.
Quest’ultimo si è macchiato proprio in questi giorni dell’ennesimo insulto alla volontà popolare, bocciando i minibot proposti dal Parlamento tramite una mozione, con gli stessi insulsi argomenti sollevati da Draghi (il quale ovviamente teme che questi possano usati come la fase iniziale di una eventuale uscita dall’Euro). 

Il fatto che Tria si riduca a fare da pappagallo della Bce e del Quirinale ne certifica l’inadeguatezza a rivestire un ruolo così importante nel governo “sovranista”, a maggior ragione dopo l’exploit della Lega alle ultime elezioni e il ridimensionamento dell’ormai “moderato” M5S.
Stesso ragionamento va fatto per il premier Conte, che da avvocato degli italiani e garante dell’attuazione del contratto, si è trasformato in un collaborazionista di Bruxelles e del Colle, incensando la Merkel ed esprimendo forti dubbi sui minibot, sebbene questi siano ben incardinati nel contratto di governo.
Se Tria e Conte non se la sentono di attuare il programma stabilito dalle forze di maggioranza, non hanno che da dimettersi.

Gli italiani vogliono la linea dura verso l’Ue, questo è ormai assodato, e la vergognosa procedura d’infrazione avviata da Bruxelles non farà altro che aumentare questo risentimento. Non resta, quindi, che prepararsi ad un’uscita intelligente da Euro e Ue, e dalle loro regole-capestro.
Per far questo bisogna rimuovere prima tutti i ministri collaborazionisti con i poteri sovranazionali: non solo i su citati Tria e Moavero, ma anche la Grillo (ormai una scendiletto di Big Pharma) e la Trenta, che si pone verso l’immigrazione di massa e verso l’interesse nazionale come un Fico o una Boldrini qualsiasi, di fatto sabotando la linea salviniana.

In un altro articolo suggerivamo il ricorso ad un referendum consultivo simile a quello sulla Brexit per far decidere agli italiani se restare o no nell’Euro e nell’Ue: se la situazione dovesse però peggiorare (come sembra), non resta che attuare il famoso piano B elaborato dagli autori di Scenari economici e uscire unilateralmente dalla moneta unica, per poi lasciare questa gabbia di matti chiamata Unione Europea.
Con il governo collaborano economisti più che validi: Borghi, Bagnai, Rinaldi, Zanni, oltre a giuristi come Barra Caracciolo. Gli strumenti intellettuali per tirarci fuori da questa palude ci sono tutti, il consenso degli italiani pure: quella che serve ora è la volontà politica di agire. 

Al governo conviene muoversi in modo chiaro in questa direzione: se si susseguiranno tentennamenti e ambiguità, l’impressione sarà che, oltre al “partito del Quirinale”, ci sia di mezzo la volontà della maggioranza di giocare al “poliziotto buono e poliziotto cattivo”, con Di Maio e Salvini che fanno i sovranisti mentre Conte e Tria bloccano tutto e ossequiano l’establishment.
Gli italiani sono stufi di essere presi in giro e i messaggi inviati durante le ultime elezioni sono stati inequivocabili: mandate al diavolo l’Ue e le sue regole assurde.
Diamo la giusta risposta alle loro letterine.

Il M5S adesso o torna alle origini, o muore

Come auspicavamo nel post precedente, il M5S è stato duramente punito per la sua recente piddinizzazione. Sebbene commentatori di vario genere cerchino di attribuire la sconfitta dei 5 Stelle all’alleanza con la Lega, la realtà è che il M5S ha perso 6 milioni di voti per l’essersi rimangiato troppe promesse (vaccini, Euro, sforamento del 3%, abrogazione pareggio di bilancio e Fiscal compact, caso Ilva ecc.) e per l’essersi avvicinato troppo alle posizioni del Pd, difendendo l’Ue, il rigore nei conti pubblici, le politiche pro-Lgbt e mantenendo una linea troppo morbida (a volte in contrasto con Salvini) sull’immigrazione di massa.

Se adesso il M5S vuole riprendere i voti persi, non deve fare altro che mantenere quelle promesse su cui ha costruito il suo consenso: abrogazione della legge Lorenzin (se serve, cacciando il ministro Grillo), referendum consultivo su Euro e Ue, abrogazione di Fiscal compact e pareggio di bilancio, stop a Ceta e Ttip, sforamento dei vincoli Ue con politiche keynesiane di rilancio dell’economia, stop al business dell’immigrazione clandestina e alle grandi opere inutili.

E deve fare questo ignorando le sirene che lo vorrebbero alleato al Pd: è indicativo che al nuovo meeting del Bilderberg siano stati invitati Matteo Renzi, da sempre contrario all’alleanza del suo partito con i pentastellati,  e Stefano Feltri, vicedirettore del Fatto Quotidiano, un giornale che si è sempre distinto nel chiedere al M5S un’alleanza con i piddini. I poteri forti massonici ed euroatlantici vogliono la caduta di un governo scomodo come quello giallo verde, e useranno anche giornalisti vicini al M5S per premere in questa direzione, mentre cercheranno di “ammorbidire” le posizioni di Renzi.

A Di Maio e Salvini il compito di non farsi dividere e continuare assieme l’esperienza di governo, nonostante i disaccordi e le pressioni esterne.