Se nel 2011 lo strumento per togliere agli italiani democrazia, diritti e libertà è stato
lo spread, per il 2020 occorreva uno strumento diverso. Gli italiani ormai si erano
assuefatti ai ricatti degli strozzini di Bruxelles e Francoforte. Quindi niente di
meglio di uno shock nuovo, una pandemia, per terrorizzarli di nuovo.
Negli scorsi articoli ci siamo concentrati sul progetto ID2020 e sulla diffusione del virus, rimarcando come tutto porti a ritenere responsabili della pandemia Bill Gates, i Rockefeller e Anthony Fauci, assieme a personale del laboratorio di Wuhan da loro finanziato.
Adesso invece ci concentriamo sul virus in sé, e sull’impatto reale che sta avendo in Italia e all’estero.
Per due mesi gli italiani sono stati rinchiusi in casa con lo spauracchio del Covid, e gli è stato impedito di muoversi liberamente, di frequentare altra gente, di andare a messa, di lavorare. Tutto in nome del virus.
Ma dopo due mesi, ha ancora un senso stare chiusi in casa e prendere mille precauzioni? Evidentemente no.
E vediamo per quali motivi.
La strage nelle case di riposo
Tanto per iniziare, il dato sui decessi è viziato da un dettaglio di non poco conto: oltre
la metà dei decessi in Europa, è avvenuto nelle case di riposo.
E in Italia? Secondo uno studio pubblicato dall’International Long-Term Care Policy Network, un gruppo di ricerca accademico che fa parte della London School of Economics, fino al 6 aprile 2020 le morti confermate per Covid19 nelle nostre strutture residenziali e sociosanitarie sono state 9509, il 53 per cento dei decessi totali.
Bisognerà consultare i dati aggiornati, ma con tutta l’Italia reclusa in casa è lecito pensare che la percentuale sia rimasta invariata, o addirittura cresciuta.
Alla luce di ciò, occorre ridimensionare la letalità del virus all’interno delle città italiane e europee.
Secondo lo scrittore e divulgatore David Icke, la strage nelle case di riposo è DELIBERATA e fa parte di un piano delle “élite” per liberarsi degli anziani, visti come un peso per la società dai signori (malthusiani) che dirigono questa pandemia e che hanno i mezzi economici per finanziare agenti in tutto il mondo.
Alcune procure, come quelle di Aosta, di Milano e di Ivrea, stanno già indagando sulle ipotesi di omicidio ed epidemia nelle Rsa.
Del resto, il Covid sembra esser stato “fatto” principalmente per uccidere gli anziani.
E sempre più spesso sentiamo dichiarazioni inquietanti dei “progressisti” a favore dell’eutanasia e di disprezzo verso le persone in età avanzata, che vanno di pari passo con le proposte di estendere il voto ai sedicenni (età nella quale, per definizione, si capisce poco o nulla di politica, di diritto, di economia e di geopolitica, ma si è molto influenzabili dalle mode e dal mondo dello spettacolo).
La collocazione geografica di contagi e decessi
Se si guarda il bollettino quotidiano regione per regione, si noterà che, oltre al fisiologico abbassamento di contagi e decessi dovuto al lockdown, il 70-80% di questi è spalmato in 5 regioni del nord: Lombardia (di gran lunga la più colpita), Piemonte, Emilia, Veneto e Liguria.
Ad es., il giorno 30 aprile 2020, 232 decessi su 285 sono avvenuti in queste regioni, così come 1585 nuovi contagi su 1872. E anche tra queste 5 regioni, Veneto e Liguria hanno numeri molto meno preoccupanti delle altre. E’ un trend ormai consolidato.
Invece regioni come Basilicata, Molise, Calabria, Sardegna, Val D’Aosta, Umbria hanno avuto negli ultimi giorni spesso ZERO morti per Covid. Altre come Sicilia, Puglia e Campania, hanno spesso meno di 5 decessi al giorno.
Quindi, alla fine, sono solo tre regioni ad avere ancora numeri che giustifichino il lockdown, mentre oltre mezza Italia potrebbe già riaprire tutto con preoccupazioni basse o moderate.
Il conteggio dei decessi
Come sappiamo da tempo, nel conteggio dei morti vengono inseriti TUTTI i deceduti
risultati positivi al tampone. Quindi anche malati con 2-3 patologie pregresse, che ne rappresentano la stragrande maggioranza.
Con questo metodo di conteggio, se anche una persona dovesse morire di infarto, ma risultasse positivo al Covid, la morte sarebbe attribuita al virus.
Sappiamo che la mortalità registrata dall’Iss relativa a persone che NON avevano
alcuna patologia, corrisponde al 3% circa sul totale dei decessi, e che l’età media dei morti è 79 anni.
Ma anche qui, qualcuno potrebbe dire: “Si, ma senza il Covid queste persone avrebbero potuto vivere ancora per anni, pure se acciaccate”.
Prendiamo per buono questo argomento.
Abbiamo testimonianze di addetti alle pompe funebri che affermano che negli ospedali molte morti registrate come Covid sono in realtà dovute ad altre cause.
E la motivazione, banale, sarebbe la seguente: registrando le morti come Covid, l’Asl guadagna di più. Quindi questo rappresenta un importante incentivo per taroccare le cause della morte, gonfiando i numeri di decessi per il virus.
Sempre David Icke conferma nel suo video che questi “incentivi” ci sono anche in GB. Quindi in tutta Europa è evidente che dirigenti delle aziende sanitarie disonesti possano pompare i numeri dei decessi da Covid solo per fare, prosaicamente, più soldi.
Non è certo ciò che accade ovunque, ma è lecito pensare che non si tratti di casi isolati.
La questione tamponi
Abbiamo la prova che, sui tanti tamponi positivi, ci sia una cospicua percentuale di falsi positivi, come spiegato in questo servizio delle Iene. Ciò accade perché i tamponi non sono infallibili, e quelli che risultano positivi alle Regioni, poi non vengono, in alcuni casi, riconosciuti come tali dall’Iss. La Protezione civile però ci dà quotidianamente il dato proveniente dalle sole Regioni.
Persino Walter Ricciardi, all’inizio dell’epidemia in Italia, aveva dichiarato che “su 424 contagi dichiarati, quelli verificati dall’Iss sono 190”.
E oltre a questo, è di qualche settimana fa lo scandalo di una partita di tamponi spediti
dagli Usa alla Gran Bretagna GIA’ CONTAMINATI dal Covid.
E’ possibile che sia il tampone stesso a “creare” nuovi malati? Anche qui non c’è da stare troppo tranquilli.
I contagi “sommersi”
Sia per il virologo Tarro che per l’infettivologo Bassetti, il numero dei contagi è estremamente sottostimato, ed è per questo che la mortalità italiana appare così alta.
Per Tarro: “il virus circola probabilmente già da moltissimo tempo. L’alta mortalità italiana rispetto agli altri Paesi è dovuta non certo ad un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati. I numeri che vengono dati dalla Protezione Civile alle 18 tutti i giorni non sono per nulla significativi, sono surreali. Si basano sui risultati di tamponi eseguiti in maniera scoordinata dalle Regioni e su soggetti considerati a rischio. C’è quindi una gigantesca sottostima degli infettati che finisce per dare al Coronavirus in Italia un tasso di letalità 28 volte superiore a quello che si registra in Germania”.
Invece, secondo Bassetti: “Dovremmo avere tre milioni di contagiati in Italia, la letalità andrebbe ricalcolata, è sotto l’uno per cento. E molte vittime positive al tampone in realtà non sono morte di Coronavirus, ma di altro“.
La correlazione vaccino antinfluenzale – Covid19
Questa teoria gira da molto: ne parla un recente studio militare americano, ne parla David Icke nel video già riportato, così come la dott.sa Mikovitz intervistata nel film “Plandemic – The movie” (guardatelo), ne parlano anche i dottori Tarro e Amici: sembra che chi riceve il vaccino antinfluenzale abbia il 36% delle possibilità in più di risultare positivo al Covid.
La dottoressa Mikovitz si spinge oltre: secondo lei quando si inietta il vaccino, sostanzialmente si inietta il Coronavirus (dal minuto 18 del film).
Se questo fosse vero, la decisione di Zingaretti di rendere il vaccino antinfluenzale obbligatorio nel Lazio a partire da settembre, avrebbe la funzione non di proteggere dal Covid, ma di far tornare a crescere i contagi. Un piano criminoso bello e buono.
Le cure
Tutto l’apparato mediatico si sta sperticando a ripetere che non ci sono cure e che
l’unica salvezza può venire dal vaccino, ma non è così.
Le cure ci sono già e stanno funzionando: la sieroterapia sta salvando migliaia di vite,
la clorochina assieme all’azitromicina è efficace, l’eparina pure.
Un medico cardiologo, Giampaolo Palma, ha spiegato che il problema principale è stato
una diagnosi sbagliata: poiché la morte deriva da una tromboembolia venosa causata da infiammazione dell’apparato cardiovascolare (e non da polmonite), allora la cura deve essere, nei primi giorni di malattia, a base di antinfiammatori e antibiotici.
Secondo il medico, la ventilazione della terapia intensiva non serve se non si cura l’infiammazione, anzi, peggiora la situazione.
Quindi a fare migliaia di morti è stato, innanzitutto, questo errore nella terapia.
Per cui non si capisce perché si debba fare il vaccino per una malattia che oramai è perfettamente curabile persino a casa, e per un virus che ci dicono “mutare in continuazione”. O meglio, si capisce solo guardando agli interessi di Bill Gates e al progetto ID2020. Opporsi collettivamente a qualsiasi obbligo vaccinale sarà essenziale nei mesi a venire.
Il caldo ammazza il virus
Lo hanno detto sia Tarro che Ricciardi: il sole uccide il virus in due minuti, bastano 24 gradi. Quindi l’epidemia scomparirà già a giugno, con l’innalzarsi delle temperature.
A questo punto la spiaggia non solo non è più un luogo pericoloso, ma probabilmente è il luogo più sicuro che ci sia.
Le mascherine e gli asintomatici
Le mascherine servono solo nei luoghi chiusi, se si è in mezzo ad altra gente e non ci si può distanziare. Quindi quando si è all’aria aperta, è più salutare toglierla, respirare aria pulita e prendere il sole.
Il virus si trasmette tramite la saliva e la tosse, per cui è praticamente impossibile prenderlo camminando per strada, o sfiorando gli altri cittadini.
Come chiarisce il dott. Puro dello Spallanzani, per infettarsi servono 15 minuti a contatto con qualcuno, e non c’è nulla da temere dagli asintomatici. Quindi tanto allarmismo è ingiustificato. Occorre usare la mascherina solo quando necessario, e smetterla di vedere gli altri come pericolosi untori.
IN DEFINITIVA
Tutto questo terrorismo psicologico deve cessare.
I contagi diminuiscono, così come i decessi, e sono localizzati quasi interamente in 5 regioni del nord. Su questi dati pesa la strage nelle case di riposo, che contano oltre la metà dei decessi totali in Italia e Europa. Occorre detrarre dal conteggio tutte quelle morti attribuite al Covid ma in realtà avvenute per altre malattie, e avere a mente l’interesse delle Asl di aggiungere qualche decesso da Covid in più per ottenere più fondi.
Bisogna considerare che, aggiungendo i molti contagi “sommersi” e gli asintomatici, la letalità dovrebbe essere molto più bassa di quanto ci dicono i dati ufficiali.
Inoltre bisogna tener conto che la malattia sparirà col caldo, e che per infettarsi bisogna essere vicini a un malato non asintomatico (cioè che tossisca o starnutisca).
Se si calcola tutto questo, si vedrà che i dati sono molto meno preoccupanti di come ce li hanno “venduti” e che per evitare il contagio bastano quelle semplici cautele che già sappiamo.
A questo punto, ben più preoccupante del Covid sarà la crisi economica derivante dal lockdown e dalle regole di distanziamento sociale: la disoccupazione e il calo dei guadagni faranno molti più danni del virus, e per quelli ci sono solo due soluzioni: stampare moneta nazionale per risollevare l’economia, e tornare quanto prima alla VERA NORMALITA’ (non la “nuova” che ci vorrebbero vendere).
Se la Bce non ci aiuta come dovrebbe, queste sono le uniche vie; il Mes e simili li lasciamo agli strozzini che vorrebbero farci fare la fine della Grecia.
E la società che vorrebbero imporci Gates e i Rockefeller non è certamente quella in cui noi tutti vorremmo vivere. Rifiutiamola fin da ora.