
Come ogni mese di luglio, arriva il caldo africano e qualcuno inizia a dare di matto.
Il leitmotiv di quest’anno, per tutti gli sciroccati di sinistra e destra, è “ci vuole l’obbligo vaccinale per tutti”.
Lo stanno invocando Burioni, Bassetti e Letta , il Cts lo sta raccomandando, Figliuolo lo sta “valutando“, e torme di invasati sono pronti con la lanterna in mano a urlare “crucifige!” al no-vax di turno.
Il tutto sulla scia di Macron, che da pochi giorni ha deciso di rendere obbligatorio il Green Pass per accedere a qualsiasi locale pubblico, inclusi bar e ristoranti, stadi, trasporti, cinema e musei. In pratica un obbligo vaccinale indiretto.
Peccato che il vaccino anti-Covid, quale che sia la marca (tra poco ce lo rifileranno pure agli Hard Discount) oltre a causare una valanga di effetti collaterali anche fatali (per avere una lista che renda l’idea di cosa stiamo parlando, consultare il sito “Esclusacorrelazione.it“), NON dà la minima garanzia di rendere immuni dal Covid, come dimostrato dai tanti casi di vaccinati poi risultati positivi, e dagli studi (ad esempio quello israeliano e quello britannico) che dimostrano come le c.d. “varianti” sfuggano in modo significativo alla vaccinazione.
Tutto da rifare, quindi.
Forse aveva ragione Montagnier quando diceva che in piena pandemia NON si dovrebbe vaccinare perché questo favorisce le mutazioni del virus. Ossia proprio le terribili varianti.
Ma cosa volete che gliene freghi a multinazionali del farmaco e governi: i primi possono continuare a produrre sempre nuovi vaccini per sempre nuove varianti (ora si sono fissati con l’alfabeto greco, poi passeranno all’ebraico e al fenicio, probabilmente), i secondi invece possono continuare a mantenere questo clima di tensione permanente e restrizione dei diritti individuali, almeno finché c’è qualche pollo che ci casca e continua a dargli retta.
Quindi, come sempre, sta ai cittadini mandare tutto questo circo in malora e pretendere di vivere NORMALMENTE, come del resto sta già succedendo in Gran Bretagna, nonostante l’impennata dei casi di contagio.
A proposito di restrizione dei diritti individuali: i nazifascisti contemporanei stanno procedendo spediti nel loro gioco di ruolo di emulazione del Ventennio: Facebook ha cancellato la pagina di Sara Cunial, YouTube ha sospeso per alcuni giorni il canale di Visione Tv (gestito da Francesco Toscano, poi riattivato), medici e infermieri contrari all’obbligo vaccinale rischiano il posto di lavoro e si sono appellati al Tar, le voci libere sono censurate in maniera sempre più pervasiva.
In ambito lavorativo, di recente sono state chiuse la Torteria “ribelle” di Chivasso, gestita da Rosanna Spatari, e il locale “Da Tito” di Firenze, gestito da Momi El Hawi, leader del movimento Io Apro. Al secondo la licenza è stata revocata ma poi il locale ha riaperto perché questa è stata intestata alla sorella; ciò non toglie il clima di pesante intimidazione verso tutti i “non allineati” in corso.
Che questi atti di squadrismo parafascista avvengano proprio in contemporanea all’invocazione sempre più frequente di un obbligo vaccinale “erga omnes” deve naturalmente essere visto solo come una curiosa coincidenza.
Così come deve essere considerata solo una semplice “svista” l’errata traduzione del regolamento Ue sul Green Pass, nella versione italiana del quale è scomparsa la parte in cui si impegnano gli Stati alla “non discriminazione verso coloro che SCELGONO di non vaccinarsi”.
Questa cosa di poter scegliere cosa inoculare nel proprio corpo è proprio mal vista dalle nostre parti.
Chissà, forse sarà dovuto a quel simpatico meeting del 2014 alla Casa Bianca tra la Lorenzin, Ranieri Guerra, il presidente dell’Aifa Pecorelli, Obama e numerosi capi di Stato e di governo, nel quale si decise che l’Italia avrebbe fatto, negli anni a venire, da “capofila per le strategie vaccinali” a livello mondiale. Leggi: Paese cavia.
Non saremo mai abbastanza riconoscenti alla Lorenzin e all’allora premier, Matteo Renzi, per questo onore.
Fatto sta che da allora l’Italia è bersagliata da una foga vaccinale senza precedenti: prima la legge Lorenzin con la ridicola scusa del morbillo e l’imposizione di 10 vaccini ai bambini in età scolare, poi l’imposizione dell’obbligo di vaccino anti-Covid per i sanitari, e adesso stanno salendo i cori per l’obbligo vaccinale esteso a tutti.
L’unica risposta a questi fenomeni è mandarli al diavolo, se necessario ricorrendo ad avvocati e tribunali, oltre che alle manifestazioni di piazza e a una sana Disobbedienza Civile.
Poi c’è il capitolo Green Pass.
Nonostante la furia vaccinale dei nazisti nostrani, la Commissione Ue ha chiarito ampiamente che la libertà di circolazione è un cardine dei principi comunitari, e che quindi non la si può limitare in caso di mancata vaccinazione. Stessa cosa viene affermata dal regolamento europeo approvato di recente da Europarlamento e Consiglio, per cui gli Stati non devono discriminare in alcun modo chi sceglie di non vaccinarsi.
Questo mette una pietra tombale sulle pretese di chicchessia di limitare i diritti dei non vaccinati.
Tuttavia, anche in Italia si sta cercando di imporre il Green Pass modello francese, ovvero un obbligo vaccinale indiretto. Il Pass verde sarebbe obbligatorio, nelle intenzioni del governo, in tutti i luoghi a rischio assembramento: trasporti a lunga percorrenza (navi, treni e aerei), stadi, palestre e centri sportivi, concerti e spettacoli, eventi, convegni, feste e banchetti. Questo significa che, chi non si vuole vaccinare, dovrebbe comunque fare il tampone a sue spese prima di entrare in qualsiasi luogo pubblico tra quelli previsti dalla legge, oppure dimostrare di essere già guarito dal Covid. Una soluzione improponibile e scomodissima per chi non abbia avuto la malattia e non si voglia vaccinare, quindi una discriminazione di fatto.
A questo punto, è di molto preferibile richiedere a chi non dovesse essere in possesso di Green Pass di utilizzare mascherina e distanziamento come si è fatto finora, invece di imporgli multe fino a 400 euro.
Per tutte queste misure (vaccini obbligatori o quasi, obbligo di tampone e certificati di avvenuta guarigione) ci auguriamo una fine immediata, così come auguriamo al Green Pass la stessa fine dell’app Immuni.
I dati sanitari sono dati sensibili e non debbono essere manipolati così alla leggera, come testimoniato dalle tante perplessità del Garante della privacy sul Pass verde italiano. E non è possibile subordinare le libertà costituzionali all’avvenuta vaccinazione o all’esibizione di un Pass sanitario.
Per cui l’unico principio deve essere: se hai sintomi riconducibili al Covid, devi stare a casa e non puoi viaggiare.
Se non hai sintomi, puoi andare dove ti pare, sebbene (ancora per qualche tempo) con le dovute precauzioni: mascherina e distanziamento. Può essere utile un certificato di buona salute rilasciato dal medico, ma questo controllo digitale e orwelliano collegato a Covid e vaccinazioni deve essere cancellato quanto prima.
Anche perché parte di un’agenda globale molto più vasta, come scritto nei post precedenti.