Nell’articolo di qualche mese fa, “Coronavirus: una creazione del Deep State americano per perseguire la sua agenda globale“, ci siamo occupati di tutti quegli elementi che, messi in fila, fanno ritenere il Sars-Cov2 una creazione di laboratorio, finanziata dal Deep State americano (in particolare Bill Gates, i Rockefeller, il dott. Fauci) per perseguire degli obiettivi di natura politica ed economica su scala globale.
Questi obiettivi erano stati pianificati da anni e riportati in documenti di vario genere:
nel report del 2010 dei Rockefeller “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale“, nell’agenda ID2020 avviata nel 2015 da Gates e Rockefeller, nelle previsioni di Bill Gates e Anthony Fauci (suo collaboratore nella Gates Foundation) su una pandemia in arrivo, e infine nell’Event 201, simulazione pandemica organizzata sempre da Bill Gates e dal WEF di Davos, che aveva anticipato di un mese (18 ottobre 2019) lo scoppio della pandemia vera e propria a Wuhan.
Se tutti questi indizi fanno una prova del fatto che la pandemia sia stata a lungo pianificata più che prevista, resta oscuro il ruolo della Cina: sappiamo che
la dott.sa Zhengli Shi era stata finanziata dal NIAID (Istituto nazionale allergie e malattie infettive americano) di Fauci per ricerche sul Coronavirus da pipistrello a Wuhan (2014-2019), e che la stessa dottoressa era stata la creatrice di un virus “chimera”, mescolando un Coronavirus da pipistrello a un virus che provoca la Sars nei topi nel 2015 assieme ad un team internazionale, esperimento pubblicato su Nature e finanziato sempre dal governo Usa.
Ma non è chiaro fino a che punto il governo cinese sia stato complice della diffusione del virus, come vedremo in seguito.
A sostenere l’ipotesi di un Coronavirus creato in laboratorio, e non naturale come vorrebbe la narrazione ufficiale, sono stati il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, uno studio dell’Indian Institute of Technology di Nuova Dehli, l’ex capo dei servizi segreti britannici James Dearlove, e ora anche un libro scritto dal microchirurugo, esperto in biotecnologie, Joseph Tritto.
Secondo Tritto, che cita lo studio indiano e avalla la tesi di Montagnier, il Sars-Cov2 è un virus chimera cui sono state aggiunte sequenze del virus Hiv, per aumentare la sua capacità di infettare gli umani.
E’ quello che si chiama “guadagno di funzione” (gain of function), e secondo il dott. Simon Wain-Hobson, capo struttura di retrovirologia molecolare all’istituto Pasteur di Parigi, intervistato da Paolo Barnard, questo tipo di ricerca non può in alcun modo aiutare nella creazione di un vaccino o di una cura. La sua unica applicazione è, quindi, quella militare, o di guerra batteriologica. Solo che qui la vittima non è una nazione, ma l’intera popolazione mondiale.
Per Tritto, sentito da Libero, è “improbabile e indimostrabile” l’ipotesi di un’origine naturale del virus: “l’ipotesi finora accreditata da alcuni scienziati è che questo virus si sia generato in natura dalla combinazione tra un virus di pipistrello e uno di pangolino. Perché ciò avvenga, però, innanzitutto dovrebbe passare, secondo gli esperti, un lasso di tempo compreso tra i 40 e i 200 anni, e poi le due specie coinvolte dovrebbero condividere la stessa nicchia ecologica, cosa che in questo caso non è. In più dovrebbe esserci un ospite intermedio che contrae il virus ricombinato e lo trasmette all’uomo: ma, per quanto riguarda il SARS-CoV-2, non è stato ancora trovato. Basterebbero questi elementi a rendere l’ipotesi di un’origine naturale del virus statisticamente improbabile e per ora scientificamente indimostrabile.”
Tritto poi continua spiegando perché, invece, è evidente che si tratti di un virus artificiale: “In alcune pubblicazioni, ad esempio nello studio dei ricercatori dell’Indian Institute of Technology di Nuova Dehli basato sui genomi di pazienti, raccolti in database globali, si dimostra che il SARS-CoV-2 non è solo un ibrido tra il virus del pipistrello e quello del pangolino. Ma al suo interno ci sono piccoli inserti, dei residui di amminoacidi del virus HIV-1, responsabile dell’Aids. La presenza di questi inserti in un virus sviluppatosi in natura non potrebbe mai verificarsi. Non solo. Il genoma del SARS-CoV-2 presenta un’altra modifica sul cosiddetto sito furinico intracellulare, come confermano due studi, uno cinese, uno franco-canadese. Entrambi gli inserti hanno una funzione: l’inserto dell’HIV-1 permette al SARS-CoV-2 di ancorarsi alla cellula umana e di penetrare la cellula. È quindi presumibilmente responsabile dell’alta infettività del virus. La modifica al sito clivaggio furinico consente invece al virus di moltiplicarsi all’interno della cellula e lo rende fortemente patogeno”.
A questo punto Tritto tira in ballo la dottoressa Zhengli Shi, parlando di una “competizione” tra lei e altri scienziati (in particolare lo statunitense Ralph Baric, con cui aveva collaborato nella creazione del famoso virus chimera del 2015 ) per la creazione del patogeno più efficace, ma omette l’importantissimo dettaglio che la dottoressa veniva finanziata dal NIAID di Fauci per 665mila dollari (numero curiosamente vicino al tanto amato da Bill Gates 666), e che il suo istituto riceveva quasi 4 milioni di dollari dal NIH (National Institute of Health) americano, di cui Fauci è membro di spicco.
In pratica, Fauci e il NIH, prima sotto Obama e poi sotto Trump, finanziavano una donna celebre per la creazione di virus “chimera” altamente pericolosi e infettivi, ricerche che secondo gli esperti non avevano alcuna possibilità di avere come obiettivo la creazione di un vaccino.
Ma se non servivano a creare un vaccino, allora a che servivano queste ricerche delocalizzate in Cina, perché proibite negli Usa? E come mai Fauci già nel 2017 si diceva sicuro che Trump avrebbe dovuto “fronteggiare delle epidemie inaspettate”?
Non è così difficile arrivarci.
Dicevamo, il ruolo della Cina resta oscuro.
Dai dati in nostro possesso, due sono le tesi più probabili:
1) Che gli Stati Uniti abbiano realizzato il virus con l’aiuto dell’Istituto di Virologia
di Wuhan, a partire dagli anni in cui Obama era presidente, e che una volta ottenuto lo
abbiano rilasciato proprio nei pressi di Wuhan durante i giochi militari dell’ottobre
scorso. In questa ipotesi, la Cina è co-creatrice del virus, ma vittima di un attacco
da parte degli Usa, per farla sembrare colpevole del contagio.
Questo non spiegherebbe, però, le numerose reticenze successive del Dragone nel pubblicare la sequenza del virus, le indicazioni sbagliate ai medici italiani sulle terapie da seguire, il silenziamento di quegli scienziati che sembravano più desiderosi di aiutare il resto del mondo nel combattere l’epidemia.
2) La seconda ipotesi è che il virus sia stato non soltanto co-creato da Cina e governo americano, ma anche diffuso con la complicità dello stesso governo cinese.
Secondo alcuni hacker, a diffondere il virus sarebbe stata la sua probabile creatrice, la
dott.sa Zhengli Shi. Cosa però abbiano da guadagnare il governo cinese e una scienziata affermata nel far iniziare una pandemia nel proprio territorio, non è chiaro.
Tanto più che la stessa dottoressa Shi si lasciò scappare, poco dopo l’inizio della pandemia e prima di essere silenziata dal suo governo, che “quel virus potrebbe essere uscito dal nostro laboratorio“.
Tuttavia, essendo il laboratorio BSL-4 di Wuhan frutto di una partnership tra Cina e occidente (in particolare con la Francia, che ha contribuito alla sua realizzazione), e venendo finanziato in modo consistente anche dagli Usa, non è impossibile che qualcuno al suo interno sia stato corrotto per diffondere il virus al momento prestabilito, con la complicità o meno del suo stesso governo.
Una cosa è certa: gli uomini che abbiamo su citato sapevano dell’arrivo di una pandemia, l’avevano pianificata e finanziata, se ne stanno avvantaggiando in questo momento per portare avanti la loro agenda, e ora ulteriori evidenze scientifiche ci dicono che la teoria della diffusione “naturale” e “accidentale” del virus sembra sempre più improbabile.
Per chi volesse approfondire tutti gli altri aspetti di quello che si può definire il “Complotto del Coronavirus”, consigliamo questo documento in Power Point realizzato da Massimo Mazzucco e altri collaboratori, che mette in luce molte delle assurdità e incongruenze che abbiamo vissuto dall’inizio della diffusione della pandemia in Europa ad oggi. Perché di cose che non tornano, in questa storia, ce ne sono veramente tante.
Ed è bene cominciare a vederle una per una.